Un tempo c’era il mare
Un tempo c’era il sole
C’era un tempo la vita.
Ora stiamo morendo
E non ce ne accorgiamo:
Non vogliamo sentirlo,
Non vogliamo saperlo.
Resterà un mare di sabbia
Nel tramonto, reso morbido
Da vapori di polvere.
Solo gusci vuoti
Potranno testimoniare
Che un tempo c’era la vita.
Calore
Calore e luce:
Accecante luce
Sull’arido deserto.
E’ sabbia bruciata
Senza vita
Che copre le valli,
I colli,
Il mondo.
È il nostro futuro.
Calore
Calore e luce:
Accecante luce
Sull’arido deserto.
È sabbia bruciata
Senza vita
Che copre le valli,
I colli,
Il mondo.
È il nostro futuro.
Solo, emarginato,
Abbandonato da tutti,
Lascia il mondo:
E’ un vecchio inutile.
La sua esperienza,
Le sue illusioni,
La sua umanità…
A che servono?
Lui esce di scena.
Fredda, indifferente,
La giungla di cemento
Non lo saluta:
Ha altro da fare.
A chi è sulla breccia
Non serve più:
Non sanno che presto
Toccherà a loro.
Una volta si comunicava
Attraverso i gesti,
La parola,
Le immagini.
Ora resta la strada:
Un nastro di asfalto
Che percorriamo ogni giorno,
Che percorrono ogni giorno.
Ci vediamo,
Ci incontriamo,
Ma ci evitiamo:
Non ci salutiamo.
A che serve la strada?
Non a comunicare:
Solo a passare
Da un luogo all’altro.
Esseri deformi invocano
Innalzandosi verso il cielo
A cercar luce.
Uno sforzo di vita
Per riuscire a bere
Il calore del sole.
Esseri calpestati,
Violentati:
I nostri alberi.
Rami mozzati
Come braccia protese
A chieder pietà,
A chieder la vita,
Il calore del sole,
Rugiada pulita:
Ricevono smog.
Solo
Nel deserto di sabbia
L’ultimo albero
Scheletrito
Protesta nel sole
Reso opaco
Dal fiato
Dello smog
…Che sale…
È sera,
Il caldo si scioglie,
La luce si spegne.
In alto un bagliore:
Una nube rosata,
Leggera,
Si avvicina,
Ci avvolge:
È diossina.