Quando le prime
Margheritine
Nascono sul terreno
Vicino al Reno
Tutti i bambini,
Grandi e piccini,
Colgono fiori
Di tanti colori.
E quando a sera
Della primavera
Pranzano lenti,
Molto contenti,
Guardano il letto
Con molto affetto.
Ora al calduccio
Del lor lettuccio
Sognano i fiori
Di tanti colori.
Oh farfalla, oh farfalla,
Sei carina rossa e gialla!
Tu non sai che sì piccina
Puoi anch’esser più carina
Che da grande. Quando il giorno
Spunta fuori e come un forno
Viene il sole che riscalda
La nostra terra. Essa è calda
Per il sol che sorge,
Che tramonta, che risorge.
Tu la vita non avresti
Ed a terra non vivresti
Se non fosse primavera
Che del sol regina era,
Era e sempre sarà
E nessun bimbo vivrà
Senza terra, senza sole,
Senza primavera e viole.
Hai capito farfallina
Così bella e sì piccina?
Bocca larga, larga, larga;
Corpo grosso, grosso, grosso.
Coda corta: ecco il colosso
Che ippopotamo si chiama.
Fiocca la neve dallo scuro cielo
E piano, gelida, al suol s’appoggia
In terra si distende come un velo
E tutto imbianca e bagna come pioggia.
In un mantello avvolge i bei giardini,
Tutti sepolti son stati da essa
Che tutto copre, anche i sassolini
Ed anche gli alberi della gran foresta.
Quando nevica, tutti i bei bambini
Se ne stan della stufa al bel calduccio:
Ma quando ha smesso, anche i più piccini
Corron fuori e ammassan neve dappertutto.
Fan monti candidi,questi bimbi belli
E forman palle con quel manto bianco,
E tutti insieme corrono all’assalto.
Dopo che han corso, i bimbi più stanchi
Propongono di far l’uomo di neve.
“è un gioco vecchio, dicono quegli altri,
Ma poi lo fanno anch’essi, ai primi insieme.
La pipa in bocca e la scopa in mano
Mettono i bimbi all’uomo di neve
E mentre giocano s’ode, lontano,
Un lento scampanìo: sono le chiese.
Son le chiesette che suonan di sera
Per richiamare gli operai a casa;
Ed in un sogno, in una chimera,
S’avvolge ogni persona ed ogni casa.
Ritornan tutti i padri dal lavoro
E tutti i bimbi tornano dal gioco
Che han fatto, mentre la mammina loro
Facea la cena ed accendea il fuoco.
Di fuori incominciava a nevicare
Ma ora i bimbi non avean paura
Poi, quelli che han finito di mangiare,
Guardan la notte che ora è fredda e scura.
E pensano ai bei giochi che il mattino
Dopo faranno, sulla neve alta.
E mentre li rincalza nel lettino
La loro mamma una canzone canta.
Ecco, è qui la cangura
Che si ciba di verdura
Che ha un tasca lì, nel ventre
Ove dorme un bel dormiente.
Dorme e sogna cangurino,
Dei canguri il piccolino;
Ecco ,ora si è svegliato:
L’erba fresca ha già brucato.
Cangurino è già satollo,
Ed or corre a rompicollo,
Ma la mamma lo ammonisce
Con un grido che stordisce.
Cangurino in un belato
Nella tasca è ritornato.